Tre motivi per leggere “L’imperatore di Portugallia”

Non avevo ancora scritto nulla sul più bel libro letto nel 2019, che continuo ancora oggi a consigliare a qualsiasi anima viva. È passato un po’ di tempo dalla lettura, per cui proverò a rimediare in modo sintetico.

È un libro poetico, dai forti sentimenti e con uno spiccato senso dell’umorismo che l’autrice sa distribuire senza strafare. La storia è raccontata in modo molto leggero, quasi favolistico, potrei azzardarmi ad affermare che è un romanzo narrato con lo stile della saga classica.

1 – IL PERSONAGGIO

Il punto forte del romanzo è senza dubbio il personaggio di Jan, l’uomo testardo e sognatore che ad un certo punto del libro si autoproclama imperatore ricoprendosi di ridicolo in tutto il villaggio.
La sua ostinazione nel recarsi tutti i giorni al molo ad osservare le navi che arrivano in attesa del ritorno della figlia fa tenerezza, così come i suoi continui battibecchi con la moglie che cerca spesso di ricondurlo alla ragione.

2 – LA FOLLIA

È una follia in un certo senso misurata, perché è solo un meccanismo di auto-difesa che permette a Jan di sopravvivere. È più che altro un’elaborazione del fantasticare, elevato ad estreme conseguenze.
Perché quando è impossibile accettare l’amara verità l’unica soluzione è costruirsi un mondo alternativo, una realtà possibile ma che resta rinchiusa nei confini dell’immaginazione.

3 – IL PERDONO

A tutti è concesso di sbagliare, è inevitabile, ma perdonare l’imperdonabile è la lezione più difficile da imparare nel corso della vita.

CHI/COSA MI HA RICORDATO: Non mi ha ricordato assolutamente nient’altro, e questo è un altro grande merito del libro.

E voi lo avete letto? Se sì, cosa ne pensate?


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