All’inizio sembrava un libro come tanti altri, e invece no: Mia nonna saluta e chiede scusa di Fredrik Backman ha qualcosa in più. Forse tre motivi stavolta sono pochi.
Dunque, abbiamo una nonna che è una super-nonna, anche se semina il caos e a volte è definita come terrorista.
Il suo rapporto speciale con la nipotina Elsa è fatto di una lingua segreta, che conoscono solo loro, e di viaggi immaginari nel Paese-da quasi-svegli, costituito da sei regni. Quello più importante, Miamas, è il posto dove vengono create tutte le fiabe. Ma le fiabe, si sa, contengono un fondo di realtà. E allora dove finisce la fiaba e comincia la realtà?
Dopo la morte della nonna, Elsa è coinvolta in una specie di caccia al tesoro, e scopre così che tutti i personaggi delle fiabe raccontate dalla nonna sono in realtà le persone che la circondano e che la magia della fiaba serviva ad occultare una storia drammatica durissima da accettare. Chi era dunque sua nonna, prima che la conoscesse?
1 – LA BUONA LETTERATURA
La difesa costante della buona letteratura è un punto a favore, qualunque sia il genere.
Risulta evidente, infatti, che non è ad un determinato libro che si attribuiscono speciali qualità, quanto alla lettura in senso lato. “Chi legge è diverso“, come dicevamo anni fa nel gruppo di aNobii Torino.
E la citazione tratta da Il dottor Glas nel finale è tanta roba.
2 – VALIGE PIENE DI DOLORE
Valige piene di dolore e dispiacere che le persone riempiono per bene per poi depositarle nelle belle case di Miploris, uno dei regni del Paese-da-quasi-svegli. Perché non è vero che il tempo cura ogni cosa, il dolore rimane e questo è l’unico modo per disfarsene per poter continuare a vivere.
3 – IL LINGUAGGIO
Una delle cose più sorprendenti ed originali di questo libro è sicuramente l’uso delle parole.
Acrobazie linguistiche, neologismi, e perifrasi tanto inconsuete quanto simpatiche sono solo alcuni esempi.
E poi c’è la lingua segreta, ovviamente. Miamas, Miploris, Mirevas, Mibatalos, Miaudacas… i nomi dei regni non sono affatto casuali e mi è bastato staccare “Mi” dal resto delle parole per scoprire che la lingua segreta è l’esperanto.
COSA/CHI MI HA RICORDATO: Un’altra super-nonna, la folle protagonista di La nonna a 1000°, di Hallgrímur Helgason.
E voi avete letto questo libro? Se sí, cosa ne pensate?
Se no, beh… siete proprio degli intelligentoni.
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– L’imperatore di Portugallia, di Selma Lagerlöf
Letto. Tutto sommato mi è piaciuto. Tra la suspance e l’onirico scorre bene e ti tiene incollato fino alla fine.
Forse un po’ troppo fiabesco all’inizio ma poi si ridimensiona in una quotidiana realtà.
Ad ogni modo bello avere una nonna così.