Selfoss

Di tutti i centri abitati che ho visto in Islanda, quello che mi è piaciuto di più è Selfoss.
Eppure non ci sono luoghi di interesse, non è una città turistica. Parlo proprio come zona residenziale, in una città simile io ci vivrei.
Sarà per l’atmosfera decadente che si avverte al tramonto, osservando la chiesa locale, col suo piccolo cimitero che dà sul fiume Öxará?

selfoss

Oppure per la tranquillità e l’ordine, le case basse, tutte col loro giardino curatissimo, l’erba che sembra sempre appena tagliata.

Selfoss è piccolissima. Oltre alla chiesa, un supermercato, una scuola, una palestra e un centro commerciale non ricordo d’aver visto molto altro.
Ma spicca l’incantevole libreria Bókakaffið, un vero e proprio caffé letterario: un piccolo bar nella sala principale, poi una specie di stretto corridoio laterale pieno di scaffali che termina davanti a un pianoforte a coda che ha tutta l’aria di appartenere a un’altra epoca.
Tre file di sedie iniziano a essere occupate in vista del concerto pomeridiano, che purtoppo non posso fermarmi ad ascoltare.

A sud e non molto distante da Reykjavik, Selfoss si trova in un punto strategico in quanto consente di raggiungere in una mezz’oretta Þingvellir, la zona dei geysir o Laurgavatn; nelle vicinanze è possibile visitare anche la zona vulcanica del Katla, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
A ovest di Selfoss vi sono, a circa 15 minuti di strada, altri due piccoli centri abitati, Stokkseyri ed Eyrarbakki, ma non vi troverete nulla di interessante a meno che non abbiate ancora visto in giro un craft market, un negozietto d’artigianato locale.
Consiglio invece una visita alla riserva naturale del Flói, che è una zona protetta a causa delle numerose specie di volatili che l’hanno scelta per riprodursi.


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